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Il nostro viaggio parte da Palermo città incrocio di civiltà, e segue lungo la costa occidentale.

Le stratificazioni culturali dei luoghi in cui ci fermeremo hanno tessuto la trama composita di questa regione: Segesta, Erice, Trapani, Marsala e Selinunte saranno alcune delle tappe in cui rintracceremo le differenti dominazioni che hanno cambiato, di volta in volta, la fisionomia di questo territorio ed hanno scritto la sua storia.

Andremo a leggerne qualche pagina insieme alla nostra guida culturale locale, che ci aiuterà a districare i sedimenti storici e culturali, che il tempo ha compattato, in quest'isola pressoché perfetta dalla forma di triangolo. Ma la Sicilia non è solo storia, cultura, arte, archeologia ma anche profumi, sapori e gusti che mescolano e alternano il salato con il dolce e con l'aspro.

Non mancheranno in questo nostro viaggio occasioni per condividere i piaceri della buona tavola e del buon vino o lo stupore per la singolarità di lughi incantevoli come le saline di Trapani, e l'Isola di Mozia, una delle più floride colonie puniche del Mediterraneo.

Perchè la Sicilia è greca, fenicia, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola, borbonica, sabauda... un laboratorio di civiltà in cui si sono mescolate tradizioni differenti, lingue e credenze lontane tra loro. Il potente impatto scenico delle architetture ha come sfondo un paesaggio formidabile, in cui la Natura si mostra nelle infinite variabili della sua creatività. Una terra resa feconda dalle contaminazioni etniche che l'hanno arata, donandoci un raccolto di patrimoni artistici ed architettonici unici.

PROGRAMMA DETTAGLIATO
1 giorno
Arrivo a Palermo

Arrivo a Palermo e trasferimento in hotel con mezzi propri in diversi momenti della giornata.
Cena libera. Pernottamento in hotel.

2 giorno
Palermo multietnica Patrimonio dell'Umanità

Alle 9:00 incontro nella hall dell'hotel con il nostro Esperto locale Kel12 che ci guiderà per tutto il viaggio in Sicilia.
La giornata inizia con la visita della città di Palermo e dei suoi monumenti storici.
Passeggeremo fino al Museo Nazionale Archeologico dove sono conservate le metope in pietra di alcuni templi di Selinunte. Il museo è in fase di continuo restauro, ma questo non ci impedirà di godere delle ricchezze che custodisce nelle sale aperte al pubblico. Le sculture dei templi selinuntini sono importanti non solo per la loro bellezza, ma anche perché forniscono importanti informazioni sulla scultura siceliota. La parte del tempio, esposta in queste sale, è un'imponente serie plastica, testimonianza della bellezza e purezza dell'arte greca-antica. Forse dedicato ad Apollo, il tempio dorico di Selinunte era il più antico e grande dell'acropoli, eretto nella metà del VI secolo a.C.

Visiteremo poi il Palazzo dei Normanni edificato dagli arabi nel IX secolo sul luogo di una probabile roccaforte punica prima e romana poi. Fonti arabe raccontano che qui sorgesse la Qasr, da cui deriva il nome del quartiere, il Cassaro. Saranno i Normanni ad ingrandire ed abbellire il palazzo per trasformarlo in una reggia sontuosa, sede politica e amministrativa dello Stato. Tra i gioielli custoditi all'interno, la Cappella Palatina, rappresenta uno dei più alti esempi di integrazione tra architettura ed arte figurativa. Ancora oggi la sua funzione originaria è tema di studio e di ricerca per stabilire la prevalenza, nel suo utilizzo, come luogo di culto o sala del trono. I mosaici d'oro della cappella ricoprono quasi tutta la superficie delle pareti in un trionfo di luce dal notevole effetto scenico. Opera di artisti greci-bizantini, sono tra i più importanti ed antichi di tutta la Sicilia.

Continuiamo a seguire le tracce della cultura Arabo-Normanna nella città di Palermo visitando la sua Cattedrale che dal 2015 è entrata a far parte del Patrimonio dell'Umanità (Unesco). La Chiesa è dedicata alla Santa Vergine Maria Assunta in Cielo a cui i palermitani, ma tutti i siciliani in genere, sono molto devoti. Nelle stratificazioni stilistiche, leggibili in questo imponente monumento, è racchiusa l'intera storia della città. Il primo impianto basilicale risale al periodo paleocristiano, distrutta dai vandali all'inizio del V secolo, la Chiesa fu riedificata per volere di Gregorio Magno come “Sanctae Mariae Basilica” nel 604. Durante la dominazione saracena diventò la grande moschea “Gami”, capace di contenere settemila fedeli. Ricostruita, ampliata e restituita in epoca normanna al culto cristiano, fu solennemente consacrata nel 1185 dall'Arcivescovo Gualtiero Offamilio. L'interno è ricco di opere d'arte tra cui le tombe imperiali e reali di Federico II e Costanza d'Aragona.

Una passeggiata per le vie del centro di Palermo ci porta in Piazza Vigliena o “dei Quattro Canti”, che si trova all'intersezione delle due strade principali, via Vittorio Emanuele e via Maqueda. Quattro canti perché quattro sono gli apparati decorativi che ornano la scenografica Piazza ottagonale, in cui gli ordini architettonici si articolano in sequenza, seguendo il principio dell'ascensione dal mondo della natura a quello del cielo. Dal primo livello, decorato con inserti figurativi che rappresentano i fiumi della città antica, si passa allo stile dorico per raffigurare le allegorie delle quattro stagioni. Le nicchie dell'ordine successivo, in stile ionico, ospitano le statue di Carlo V, Filippo II, III e IV; nell'ordine superiore sono allocate quelle che raffigurano le quattro sante palermitane Cristina, Agata, Oliva e Ninfa, patrone della città prima del conferimento del titolo a Santa Rosalia nel 1624. La grande croce di strade, che si intersecano confluendo in questa piazza, riproduce metaforicamente l'antica quadripartizione della città: Palazzo Reale, Mezzomonreale, Castellammare e Oreto, ciascuna zona affidata ad una santa. Un antico detto siciliano recita “feste e forche a Piazza Vigliena” identificando in questo luogo il centro cerimoniale della vita cittadina in cui si allestivano le feste e venivano eseguite le condanne capitali. Poco più avanti raggiungiamo Piazza Pretoria, al cui centro si trova la spettacolare fontana, opera di Francesco Camilliani, scultore fiorentino del '500 ed in origine destinata ad ornare una villa toscana. A cerchi concentrici, la fontana è un tripudio di divinità, ninfe, mostri e teste di animali, allegorie, rampe di scale, balaustre, giochi d'acqua, che imprimono all'opera movimento e dinamicità senza rompere l'equilibrio compositivo che la caratterizza e che è espressione tipica del rinascimento toscano. Tra le statue ai lati delle rampe è riconoscibile la dea protettrice della Sicilia, Cerere, raffigurata con in mano delle spighe di grano ed una cornucopia.

Visiteremo poi la Chiesa della Martorana che prende il nome da Eloisa Martorana, fondatrice nel 1194 del vicino convento benedettino, cui la chiesa venne ceduta come cappella. L'edificio fu iniziato nel 1143 per volere di Giorgio d'Antiochia, ammiraglio della flotta di Ruggero II, per questo è detta anche Santa Maria dell'Ammiraglio. Nel corso dei secoli subì distruzioni ed aggiunte perciò non è facilmente leggibile la stratificazione di linee architettoniche che la caratterizzano. Della costruzione originale resta ben visibile il bel campanile del XII secolo, mentre la lineare forma normanna è celata dalla facciata barocca che ridisegna il corpo squadrato della Chiesa. Dal 1837 vi sono celebrate funzioni in rito greco-ortodosso. All'interno è decorata da mosaici che, insieme a quelli della Cappella Palatina, costituiscono il più antico ciclo musivo della Sicilia. Proseguiremo poi verso Piazza Marina per visitare Palazzo Chiaramonte, edificato nei primi anni del XIV secolo da Manfredi I Chiaramonte, conte di Modica e Capitano Giustiziere di Palermo, esponente di una delle famiglie feudali più ricche e potenti del regno. Palazzo Chiaramonte, detto anche lo Steri, rappresenta un vero “monumento-documento” di questa città. I Chiaramonte agli inizi del trecento, al culmine della loro potenza e ricchezza avevano acquistato a Palermo, a ridosso dell’antica Kalsa, un’enorme estensione di terre paludose. Questa superficie, già appartenente al convento di S. Maria di Ustica, fu da loro bonificata e (pare su preesistenze più antiche) dato inizio alla costruzione del palazzo fortificato “Hosterium Magnum”, donde il nome Steri. Il massiccio edificio doveva rappresentare l’emblema della famiglia e del potere politico da loro esercitato in città.

Cena in ristorante. Pernottamento in hotel

3 giorno
Alla scoperta delle radici e dei primi insediamenti nell'isola: Segesta, Erice, Marsala

Mattina: Partenza e visita dell'area archeologica di Segesta dove sono perfettamente conservati il tempio dorico ed il teatro. La città occupava la sommità del Monte Barbaro, difesa dalle pareti rocciose sui lati est e sud, mentre sull'opposto versante una cinta muraria ne proteggeva il perimetro. Segesta fu insieme ad Erice, uno dei principali insediamenti degli Elimi, popolazione mista di indigeni sicani e di stranieri immigrati, forse anatolici (secondo alcune ipotesi esuli dalla città di Troia). Incorporate la tradizione e la lingua greca nella sua cultura, fu eterna nemica di Selinunte per motivi di confine fino al 409, anno in cui i suoi alleati cartaginesi distrussero la città rivale. Segesta passò in seguito ai Romani, che le diedero nuova prosperità. Passeggeremo tra le rovine, in cui miracolosamente intatto è rimasto il tempio, in purissimo stile dorico, edificato probabilmente alla fine del V secolo a.C. Troveremo numerose tracce delle influenze culturali greche, romane, arabe e normanne che hanno movimentato il profilo architettonico di questo centro arroccato in posizione strategica.

Proseguiremo poi per Erice, magnifico borgo medioevale, singolare sintesi di mito e storia, cultura, arte e paesaggio, da cui si gode di una splendida vista sulla costa occidentale. Roccaforte punica fino al 260 a.C., la cittadina perse importanza in epoca romana per rinascere con gli arabi prima e, nel XII secolo, con i Normanni. Alla città si accede attraverso tre porte normanne: porta Spada, porta del Carmine e porta Trapani. Particolare il suo impianto urbanistico, che asseconda la tortuosità del terreno con notevoli dislivelli, snodando percorsi di tipiche stradine dette “vanelle”, così strette da permettere a volte il transito di una sola persona per volta. Deliziosi i cortiletti interni dai patii fioriti, da cui si accede alle abitazioni al riparo dal vento. Erice è sede del Centro internazionale di cultura scientifica “Ettore Majorana” e pranzeremo al ristorante La Pentolaccia, dove si ritrovano gli scienziati del centro ora diretto dal Professor Antonino Zichichi.

Nel pomeriggio visiteremo il centro medievale perfettamente conservato e passeggiando per i vicoli acciottolati scopriremo i tesori che conserva e scorci affascinanti. Erice accoglie più di 60 chiese, alcune delle quali sono veri e propri documenti architettonici e testimonianze storiche delle influenze culturali che l'hanno permeata. Il centro conserva il fascino di un antico borgo con le piccole botteghe che vendono i prodotti dell'artigianato tipico, le ceramiche ed i tappeti tessuti a mano. Assaggeremo i rinomati dolci ericini nell'Antica Pasticceria del Convento, una delle più famose in Sicilia.

Arrivo in serata a Marsala e sistemazione in hotel.

Cena e pernottamento.

4 giorno
Le saline di Trapani, l'isola di Mozia, le cantine Florio a Marsala

In mattinata partiremo per Trapani per visitare il suo ricco centro storico, in gran parte zona pedonale, che ci permetterà di godere appieno i monumenti che lo caratterizzano. La via Garibaldi, rua Nova, aperta nel XIII secolo, è uno spazio scenografico di notevole impatto per l'alta concentrazione di palazzi gentilizi e chiese barocche. Oltre l'ottocentesca piazza Vittorio Emanuele ci addentreremo nell'abitato medioevale dove si dividono lo stesso spazio, chiese di antica fondazione ed il ghetto ebraico, testimoni delle differenti radici religiose della città.

Questa arteria era il luogo privilegiato dove dimorava la nobiltà, vero e proprio status symbol del potere. L'altro asse principale dell'impianto urbanistico del centro storico è la rua Grande, sede di molte istituzioni religiose e del Senato, sviluppatasi principalmente come via commerciale. Anche qui potremo notare la presenza di alcuni bei palazzi nobiliari, costruiti dalle famiglie più in vista di Trapani. Tra le più influenti, ricordiamo i Di Ferro ed i Riccio. Visiteremo quindi Palazzo Riccio di Morana, la dimora dei Morana che nel XVI secolo era ben più grande di quanto appaia oggi. Per far fronte ai problemi economici che colpirono Trapani nel XVII secolo, probabilmente per la crisi del mercato del sale, i proprietari furono costretti a vendere alcune domus, collaterali alla chiesa. In stile neoclassico, è stato più volte modificato. Notevoli l'ampio salone dei ricevimenti con la pavimentazione maiolicata, gli affreschi e gli stucchi del soffitto.

Visiteremo poi la Cattedrale di San Lorenzo, sede vescovile di Trapani.
La sua costruzione risale al 1421, voluta da Alfonso Magnanimo, della dinastia degli Aragonesi.
Nel corso del tempo, il corpo di fabbrica ha subito diverse modifiche e ha raggiunto l’attuale aspetto solo nel ‘700, con la ristrutturazione operata dall’architetto Giovanni Biagio Amico.

Con questo progetto, egli realizzò l'elegante facciata barocca, le cappelle laterali, la cantoria, il coro, la cupola, il campanile ed il prospetto. Tra il 1794 e il 1801 fu arricchita con diverse decorazioni, stucchi e pitture, ad opera di Girolamo Rizzo e Onofrio Noto, noti artisti del trapanese.

Lasciamo Trapani e partiamo alla volta di Mozia. Pranzo al Ristorante Mammacaura, di fronte alle saline.

Nel pomeriggio ci imbarcheremo per visitare la Laguna dello Stagnone e l'Isola di Mozia, un territorio che seppur così piccolo ha avuto una parte importante nella storia della Sicilia. Furono i Fenici, per primi, a dar vita a San Pantaleo, suo nome odierno, ad una prosperosa colonia. La posizione strategica, circondata dalle acque basse della laguna e naturalmente protetta dalla vicina Isola Longa, la resero un sito ambito sia dai Cartaginesi che dai Siracusani. Ed è proprio da questi ultimi che Motya fu completamente distrutta nel 397 a.C. e presto dimenticata, per essere poi riscoperta alla fine del secolo scorso. Gli scavi, promossi dall'inglese Joseph Whitaker, agli inizi del 1900, hanno portato alla luce solo una piccola parte del patrimonio archeologico del sito. Ci sono resti di abitazioni greche e fondamenta di edifici fenici, aree sacre come il tophet, luogo dedicato al dio Baal Hammon, tristemente famoso per i presunti sacrifici di bambini ed animali. Nel Museo, che raccoglie i reperti rinvenuti negli scavi, ammireremo la famosa statua del Giovanetto di Mozia (V secolo a.C.). Dal corpo sinuoso e possente è considerata un capolavoro dell'arte greca e testimonia la continuità di scambi culturali e commerciali tra la Sicilia occidentale e il Mediterraneo orientale.

Rientreremo a Marsala per concludere la giornata con la visita guidata alle storiche Cantine Florio, note per la produzione del vino Marsala, che gli Inglesi ritennero migliore del Porto e del Madeira e iniziarono a commercializzare in tutto il mondo, decretandone il successo nel mercato internazionale. Nel 1833 l'imprenditore Vincenzo Florio acquistò un terreno in un tratto di spiaggia situato fra i bagli di Ingham-Whitaker e di Woodhouse, e qui fece costruire uno stabilimento per la produzione del vino Marsala. Nel visitare le Cantine Florio sembra quasi che il tempo si sia fermato all'800: le botti di rovere, gli ampi magazzini, il museo con gli attrezzi dell'epoca e l'immancabile degustazione vi lasceranno una sensazione indimenticabile.

Cena. Pernottamento in hotel.

5 giorno
Alla scoperta di Marsala e delle rovine di Selinunte

La mattina visiteremo Marsala passeggiando per le belle vie cittadine. Marsala deriva il suo nome dalla lingua araba:”Marsa-Allah” (porto di Dio), ma nella sua origine fenicia era chiamata Lilybeo, un quadrilatero attorno al quale si trovavano le mura in difesa della città, con le quattro porte. Qui si rifugiarono i superstiti di Mozia, distrutta da Dionisio di Siracusa nel 397 a.C., unendosi alle popolazioni elime e sicane già presenti. Con il tempo la città divenne la più importante base punica in Sicilia. Fortificata con spesse mura (fino a 7 m.) e da un largo fossato, descritti nei testi degli storici Polibio e Diodoro Siculo, fu conquistata dai romani nel 241 a.C., da loro trasformata nella “civitas splendissima” e arricchita con ville, monumenti ed edifici pubblici. Fu caposaldo dei collegamenti con l'Africa fino all'830, anno in cui, conquistata dagli arabi, divenne la testa di ponte per l'immigrazione islamica nell'isola. In epoca medioevale ritornò nell'area della cultura e della tradizione latina, fino alla dominazione aragonese, sotto la quale consolidò la sua potenza e ricchezza con i commerci ed una florida attività portuale. Iniziamo il nostro percorso della visita del centro storico da Piazza della Repubblica, interamente isola pedonale. Il Duomo fu edificato su un antico impianto normanno del 1176, e dedicato nel 1628 a San Tommaso Becket, Vescovo di Canterbury. Per la sua costruzione furono infatti utilizzate le colonne corinzie, destinate alla Cattedrale inglese, trasportate da una nave diretta in Inghilterra e naufragata presso la spiaggia di Marsala. La nostra visita proseguirà attraverso le vie del centro, passando per via Garibaldi, una delle principali animate arterie della città, fino all'Ipogeo di Crispia Salvia, un sito ancora poco conosciuto portato alla luce nel 1994 durante i lavori di demolizione di un edificio. Dedicata da Iulius Demetrius alla moglie Crispia Salvia, morta a 45 anni, con la quale aveva vissuto per quindici anni “libenti animo”, è composto da una camera funeraria di forma trapezoidale di circa 25 mq, sulle cui pareti è possibile ammirare ricche decorazioni pittoriche a tema floreale, considerate le più belle della città.

Pranzo. Dopo pranzo ripartiremo alla volta di Selinunte, che sorge su un promontorio poco distante dal mare, tra Marsala e Agrigento. Dapprima abitata dai Sicani e poi dai Fenici, fu colonia greca a partire dalla metà del VI sec. a. C.
Il parco archeologico di Selinunte è oggi considerato il più ampio ed imponente d’Europa: si estende per 1740 km quadrati e comprende numerosi templi, santuari e altari. I templi di Selinunte sono costruiti tutti secondo i canoni dell’ordine dorico, lo stile architettonico greco più antico, le cui caratteristiche principali sono la semplicità e l’essenzialità, che danno il senso dell’ordine e dell’immortalità divina, contrapposte alla fugacità e al caos del mondo sensibile.

Proseguiremo poi la nostra visita alle Cave di Cusa da cui i Selinuntini prelevavano il materiale per innalzare i loro templi. Grazie a questo particolare ed impareggiabile luogo, dove si possono osservare le varie fasi della lavorazione e di estrazione della roccia tufacea, gli archeologi hanno potuto comprendere meglio come erano costruiti i rocchi e poi come questi venivano trasportati fino alla vicina colonia greca di Selinunte.

In serata arrivo a Menfi. Cena e pernottamento in hotel.

6 giorno
Menfi: tra terra e mare. Escursione naturalistica e gastronomica

In mattinata ci sposteremo nella campagna dove visiteremo un uliveto ed il frantoio. Pranzo leggero con prodotti del territorio e degustazione dell'olio.

Nel pomeriggio saremo a Sciacca dove aspetteremo i pescatori che tornano in porto dopo la pesca. Acquiesteremo il pesce fresco per la Demo cooking con lo Chef. Si assisterà alla preparazione di alcune ricette tipiche del territorio e della tradizione siciliana.
Cena di pesce con i piatti preparati dagli ospiti.

Cena e pernottamento in hotel.

7 giorno
Il Cretto di Gibellina, l'opera di land art di Alberto Burri a memoria del terremoto

Mattina partenza per Gibellina per visitare 'Il Cretto di Gibellina' l'opera di Land Art più estesa d'Europa (circa 85 mila mq) e indelebile ricordo di quel dramma terribile che fu il terremoto della Valle del Belice.

Alberto Burri, che a Gibellina Nuova non volle intervenire, si commosse davanti alla devastazione provocata dal terremoto del 1968 e propose di coprire le macerie del paese distrutto, mantenendone l’impianto urbanistico, con un’immensa colata di cemento bianco. L'artista non vide mai la sua opera finita perché i lavori si sono protratti per anni e solo l'anno scorso, in occasione del centenario dalla nascita di Burri, il progetto è stato parzialmente completato. La ricorrenza della nascita dell'artista, uno dei fari dell'arte contemporanea internazionale, è stato festeggiato anche a New York con una grande mostra al Guggenheim Museum, che gli ha dedicato una personale. Passeggiare in mezzo al Cretto, lì dove c'erano le vie della vecchia Gibellina, è un'esperienza metafisica ed emozionante. Avvolta nel silenzio e nell'isolamento del paesaggio collinare, colpisce come quest'opera abbia superato la sua funzione di monumento artistico diventando, una volta inserita in questo paesaggio surreale, monumento alla memoria. È una sensazione che non si riesce a definire e forse lo scopo di Burri era esattamente questo: raggiungere la sospensione del tempo in uno spazio che raccoglie emozioni e le trasforma in visioni, in cui la realtà assume significati e densità diversi da quelli che ci sono familiari.

Ci spostiamo poi verso Monreale. Pranzo in ristorante locale.

Nel pomeriggio concludiamo in bellezza il nostro percorso alla scoperta della Sicilia multietnica visitando il Duomo di Monreale, una delle creazioni più alte del Medioevo italiano, capolavoro dell'arte in cui si rintracciano i segni stilistici di epoche differenti: normanna, islamica, bizantina, romanica. La facciata è delimitata da due poderose torri quadrate e preceduta da un portico settecentesco a tre arcate su colonne in stile dorico. Meraviglioso è il suo vastissimo interno in cui si possono ammirare i raffinati mosaici su fondo oro, che rivestono una superficie di 6340 mq, eseguiti tra la fine del XII e la metà del XIII secolo, da maestranze locali e veneziane. A destra della facciata è il chiostro dell'antico convento benedettino, dell'epoca di Guglielmo II (fine XII secolo), gli archi ogivali del portico sono sostenuti da più di duecento deliziose colonnine, intagliate ad arabeschi e molte delle quali con intarsi a mosaico. Oltre che per la sua bellezza, il Duomo fa parlare di sé anche per le leggende e i racconti sulla sua fondazione. Una di queste narra dell'apparizione in sogno della Madonna a Guglielmo II, il quale si era addormentato sotto un carrubo mentre era a caccia per i boschi di Monreale. Nel sogno la Vergine Maria gli rivelava il luogo in cui era nascosto un tesoro, trovato il quale avrebbe dovuto costruire un tempio in suo onore. Probabilmente il tesoro fu trovato e quindi il Duomo fu costruito.

In serata arrivo a Palermo. Cena in ristorante. Pernottamento in hotel.

8 giorno
Partenza

Giornata libera e rientro alle città di provenienza in autonimia.

 

QUOTAZIONE SU RICHIESTA

 

Bene a spersi:
• L’itinerario prevede spostamenti a piedi e passeggiate che non richiedono particolare allenamento.

• Portare scarpe comode e un cappellino per il sole.

• Le soste pranzo si effettuano in trattorie, tavole calde e ristoranti locali scelti in base alle tempistiche e alla zona in cui si svolge l’itinerario.

• L’ordine delle visite potrebbe essere diverso da quello previsto dal presente programma a causa di eventuali chiusure o ristrutturazioni di alcuni musei (Museo Archeologico di Palermo e Museo Archeologico di Marsala).

• In Sicilia anche ad ottobre la temperatura permette ancora di afre il bagno, quindi portate un costume in valigia.

 

La quota comprende

  • Guida culturale locale
  • pulmino con autista dal giono 3 al giorno 7
  • pranzi e cene come descritto nel programma
  • ingressi ai musei, parchi archeologici e tutto quello che visiteremo come descritto nel programma

La quota non comprende

  • Voli e trasferimenti da/per Hotel/Aereoporto di Palermo
  • le bevande e le mance
  • Tasse di soggiorno
  • Assicurazione